Menù

BLOGFUNDRAISING

Vi raccontiamo il fundraising e lo facciamo a modo nostro.

Bando Viviamo Cultura II: il partenariato pubblico/privato per la cultura può crescere grazie al fundraising

da | 26 Apr 2023 | Fundraising: vorrei e non vorrei | 0 commenti

LNo scorso 12 aprile Alleanza Cooperative Cultura ha presentato il nuovo bando Viviamo Cultura, realizzato in collaborazione con l’ANCI e rivolto a cooperative culturali che costruiscono partenariati con amministrazioni locali. La scadenza per la presentazione di proposte da parte delle cooperative è l’8 settembre 2023.

Alla presentazione del bando, la Direttrice di Area COOP-FOND, Dora Iacobelli, ha evidenziato la necessità di progettare un adeguato sistema di fundraising per la realizzazione del progetto e per la sua sostenibilità futura, da inserire esplicitamente nel business plan.

Il bando pone l’obiettivo di sostenere la diffusione dei Partenariati Speciali Pubblico Privato (PSPP) per la valorizzazione del patrimonio culturale diffuso di cui all’articolo 151 del Codice dei Contratti Pubblici. Grazie ai PSPP, molti luoghi di valore culturale possono essere restituiti alle comunità e riattivati, diventando anche leva di sviluppo sostenibile.

È un nuovo modello di gestione e valorizzazione dei beni culturali, in larga parte non utilizzati o addirittura abbandonati, attraverso accordi di lungo periodo che superano i tanti limiti propri di strumenti tradizionali quali la concessione o l’affidamento.

Il programma finanzia, grazie al contributo dei fondi mutualistici delle cooperative, l’accompagnamento fino a sei idee progettuali di gestione e valorizzazione del patrimonio culturale pubblico di medio-lungo termine ispirate ad una logica di sostenibilità economica e sociale, idee progettuali che devono essere formalmente condivise tra una cooperativa e un’amministrazione pubblica.

L’accompagnamento prevede

  • l’aiuto nella definizione dell’Accordo di partenariato con l’ente proprietario del bene;
  • l’assistenza alla redazione del business plan.

Al termine del percorso di accompagnamento le cooperative dovranno presentare il business plan del progetto e l’Accordo Speciale di Partenariato sottoscritto con l’ente proprietario.

La Scuola di Fundraising di Roma ha avuto l’onore di accompagnare il primo progetto di Partenariato speciale, realizzato dal Teatro Tascabile di Bergamo con il Comune (più volte richiamato come l’esperienza-pilota che ha aperto nuove prospettive con l’uso del Partenariato)  e di acquisire quindi esperienza sugli aspetti specifici della raccolta fondi applicabile ai Partenariati.

Sulla base di questa esperienza, possiamo affermare che i Partenariati speciali rappresentano una grande occasione di fare fundraising per la cultura in modo nuovo per i seguenti motivi:

  • avendo al centro la restituzione alla fruizione pubblica di un bene comune, favoriscono dinamiche di attivazione della comunità locale e delle “community” di persone che già seguono le organizzazioni culturali;
  • trasferiscono ai soggetti della partnership la possibilità di utilizzare l’art bonus, in quanto ci si occupa di un bene culturale di proprietà pubblica;
  • permettono di includere nelle partnership soggetti privati in una logica di investimento comune e non solo come “soggetto terzo” filantropico;
  • grazie ad una forte corresponsabilità di tutti i partner circa il reperimento di fondi ampliano la platea di relazioni fiduciarie con potenziali donatori;
  • il partenariato attrae in particolare la filantropia istituzionale che intende valorizzare progetti di lungo termine, che si fondano proprio sull’azione congiunta di più stakeholder e sul coinvolgimento della comunità.

Tutte caratteristiche che concorrono in modo fondamentale alla reale sostenibilità dei progetti e degli interventi previsti dal partenariato a patto che il fundraising entri a pieno titolo tra le attività per le quali i partner si assumono una responsabilità di realizzazione.

In altri termini: il progetto culturale che è al centro dell’accordo di partenariato deve contenere uno specifico capitolo riguardante il fundraising, con le azioni di progettazione e realizzazione e i compiti di ciascun partner.

Infatti il Partenariato prevede che non vi sia un onere finanziario per l’ente pubblico, ma questo deve comportare che l’ente pubblico, così come tutti i partner, si impegnino per il fundraising con personale e relazioni e facilitando le azioni di comunicazione e promozione verso i potenziali donatori. Cosa che non è scontata.

Altrimenti, fatalmente, accadrà che l’onere della raccolta fondi ricada solo sull’organizzazione che propone il partenariato (cooperativa, associazione o altro ente) e che il progetto culturale stesso sia privo di sostenibilità nel tempo.

Il richiamo all’importanza del fundraising — nel quadro del business plan — fatto in occasione del lancio del bando ”Viviamo Cultura”,  ci sembra una assunzione di consapevolezza di come il fundraising sia diventato centrale per la sostenibilità della cultura e non, come è stato fino ad oggi, una mera misura riparativa della mancanza di risorse pubbliche o della difficoltà — per molte attività culturali — di produrre profitto sul mercato privato. Va dato atto al mondo delle cooperative di aver prestato una grande attenzione al tema.

Il fundraising quindi appare il modo migliore, ma anche necessario, per remunerare e rendere sostenibile il grande valore sociale prodotto dalla cultura (welfare culturale), in un’ottica di partecipazione della comunità alla gestione dei beni comuni.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *