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Board, attivisti e raccolta fondi: dall’esperienza di Parent Project un nuovo modello di governance del fundraising

da | 19 Giu 2024 | Fundraising: vorrei e non vorrei | 0 commenti

Il tema del ruolo dei board e degli “attivisti” nella raccolta fondi è sempre all’ordine del giorno nel dibattito sul fundraising ed è, spesso, oggetto di una serrata dialettica circa l’influenza che essi hanno o dovrebbero avere nello sviluppo delle strategie e delle attività di fundraising. C’è chi dice che, di fatto, rappresentano un freno poiché non si adeguano alla cultura del fundraising e del marketing (in genere è il punto di vista dell’ufficio fundraising) e c’è chi dice che è difficile far entrare in sintonia il fundraising con l’identità e le caratteristiche politiche e sociali dell’organizzazione (in genere è il punto di vista del board e degli “attivisti”).

Il necessario e auspicabile punto di equilibrio lo si può trovare solo dialogando apertamente tra questi due approcci, condividendo una comune sfida. È un problema di pratica più che di teoria, nel senso che occorre lavorare insieme. E su questo aspetto, il ruolo “terzo” di un consulente, può aiutare.

È quello che stiamo sperimentando con Parent Project, un’organizzazione che è storicamente fondata sull’attivismo delle famiglie, che vivono gli effetti di una malattia rara, per tutelare i propri diritti, migliorare le cure e sviluppare la ricerca in campo medico: persone che, quindi, si assumono, anche all’interno del Consiglio direttivo, la responsabilità di gestire l’organizzazione. Come tante altre organizzazioni, la sostenibilità economica si basa principalmente sull’attivismo delle famiglie e il grande impegno personale, attraverso, ad esempio, campagne di vendita di prodotti in occasione del Natale, organizzazione di eventi locali, il 5 per mille.

La crescita di queste organizzazioni, per rispondere al meglio alle esigenze dei malati e delle loro famiglie, passa però necessariamente da un cambio di passo nella raccolta fondi: da un livello spontaneistico (anche se con soddisfacenti impatti economici) ad un modello professionale in grado di sostenere il necessario sviluppo. E in questo il ruolo del board è fondamentale.

Il board di Parent Project da questo punto di vista va preso ad esempio, per aver deciso di investire in personale e sviluppo del fundraising, assumendosene il rischio imprenditoriale e adottando un approccio di medio e lungo termine: l’unico che può generare sviluppo e non il semplice miglioramento della performance di raccolta.

Ma lo sviluppo del fundraising deve partire dai reali punti di forza di un’organizzazione ed essere coerente con le sue caratteristiche. Dall’analisi di queste caratteristiche è emerso che i maggiori punti di forza stanno proprio nell’attivismo delle famiglie, nel loro radicamento comunitario e territoriale e nella loro passione. Quindi un passaggio necessario per garantire lo sviluppo è stato il riconoscere proprio agli attivisti il ruolo di protagonisti del fundraising rafforzando le loro capacità e mettendo a loro disposizione competenze, servizi e strumenti grazie ad un rafforzato staff di fundraising centrale.

Per molti versi questa è una scommessa, poiché gli attivisti non devono solo raccogliere fondi ma svolgere una grande mole di lavoro per la missione dell’organizzazione oltre che per le incombenze personali legate alla malattia. La forza di Parent Project è quella di aver preso sul serio questo aspetto e condiviso da subito queste scelte ascoltando e coinvolgendo gli attivisti.

In concreto:

  • Si è creata una task force per il 5 per mille che ha prodotto un booklet ad uso degli attivisti con indicazioni semplici per incrementare il numero di donatori. Questo booklet viene condiviso durante incontri agli attivisti dell’organizzazione (consiglio direttivo, volontari, famiglie, operatori) affinché vengano adottate le indicazioni garantendo la disponibilità di un referente dell’ufficio fundraising che possa assistere gli attivisti nel loro impegno
  • Si è creata una policy per garantire il livello qualitativo degli eventi svolti al livello locale e al contempo una serie di indicazioni per far sì che gli eventi generino maggiori risorse e favoriscano la conversione dei partecipanti agli eventi in donatori. Alcuni eventi locali di livello sono oggetto di un lavoro comune con l’ufficio fundraising
  • Si sta riprogettando la campagna di Natale (struttura portante della raccolta fondi di Parent Project) affinché si sollevino gli attivisti da una serie di funzioni legate alla distribuzione liberando energie umane per migliorare la promozione dei prodotti, e integrare la vendita con la lead generation e la acquisizione.
  • I consulenti della Scuola di Fundraising di Roma stanno lavorando con il Consiglio Direttivo a definire un piano di sviluppo di medio e lungo termine che integra la dimensione dell’impegno politico e sociale con quella della sostenibilità.

Tutto questo è stato possibile per la lungimiranza del board che, costantemente, si confronta con la struttura di raccolta fondi e con i consulenti per mantenere un filo unitario tra la dimensione operativa della raccolta fondi e quella strategica dell’organizzazione. E in questo è fondamentale il ruolo del direttore generale che è una cerniera costante tra i due livelli e che garantisce una guida strategica anche del fundraising creando un raccordo costante tra tutti i livelli.

Cultura dell’investimento, condivisione degli obiettivi strategici e operativi, riconoscimento dei ruoli, co-responsabilità nelle scelte, fiducia reciproca, mutuo aiuto tra i diversi livelli per il raggiungimento degli obiettivi, ascolto dei diversi punti di vista e capacità di trovare mediazioni realistiche. Sono questi gli aspetti fondamentali di un buon rapporto tra board, attivisti e ufficio raccolta fondi che va visto come un itinerario, un percorso da costruire insieme con pazienza e creatività. Insomma non esiste un contratto a priori tra questi livelli che stabilisca diritti e doveri delle parti secondo le proprie prerogative professionali e sociali.  Ricordando sempre, però, che sono le persone a fare la differenza e le persone di Parent Project, dirigenti, attivisti e operatori della raccolta fondi, sono tutte persone speciali.

Da questa esperienza la Scuola di Fundraising di Roma sta mettendo a punto un modello di governance avanzato del fundraising, sapendo che è una delle maggiori aree critiche per lo sviluppo della sostenibilità delle organizzazioni. Vuoi conoscere di più sul modello? Chiedi una call a Massimo Coen Cagli.

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